Territoria differences and specializations in the Italian mechanical industry.

A cluster analysis on the census data of 1991 and 2001

di Sandra Paterlini, Elena Pirani e Margherita Russo
1.1. Premessa
1.2. Aspetti metodologici: i dati, le unità territoriali, la specializzazione
1.3. L’analisi cluster sull’industria meccanica italiana
1.4. Analisi cluster sui SLL del 1991 e del 2001: un confronto
1.5. Conclusioni
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Abstract

In questo capitolo presentiamo i risultati dell’analisi relativa ai dati censuari degli occupati nell’industria metalmeccanica: un vasto aggregato di attività di produzione e trasformazione dei metalli, di produzione di macchinari, di mezzi di trasporto, e di componenti e semilavorati meccanici necessari alla loro produzione.
La trama della produzione metalmeccanica si estende su gran parte del territorio italiano, sebbene la concentrazione sia maggiore nelle regioni del Nord, come emerge chiaramente dalla mappa della FIG. 1.1, che rappresenta l’intensità dell’occupazione metalmeccanica a livello comunale, relativa al censimento dell’industria del 2001.
FIGURA 1.1

FIGURA 1.1
Mappa dell’occupazione metalmeccanica in Italia nel 2001, dati comunali

Nota: la dimensione dei punti è proporzionale al numero di addetti metalmeccanici occupati nelle unità locali.

Mappa realizzata con Philcarto


Fonte:
nostra elaborazione su dati ISTAT, censimento dell’industria e dei servizi 2001.


È noto che, accanto a comparti dove prevalgono imprese di grandi dimensioni (come nel caso della produzione automobilistica), vi sono anche comparti caratterizzati da imprese di piccolissima dimensione, specializzate in una o poche fasi del processo produttivo, o che operano direttamente per i consumatori finali, come ad esempio i fabbri.

In che modo è possibile individuare aree di specializzazione meccanica? E in quali particolari attività? In che misura è variata l’occupazione meccanica in queste aree? Per rispondere a queste domande è necessario innanzitutto specificare un criterio per definire la specializzazione e individuare territori relativamente omogenei in termini di specializzazione meccanica dell’occupazione manifatturiera.

Negli ultimi venticinque anni, l’analisi spaziale delle attività economiche è stata potenziata dall’uso del “sistema locale del lavoro” (SLL) come unità di analisi territoriale. In tale analisi, i luoghi non sono tanto gli spazi amministrativi, bensì gli spazi relazionali. Individuati dall’ISTAT a partire dai dati del censimento della popolazione, i sistemi locali del lavoro rappresentano aree in cui si addensano e si integrano attività di produzione e di consumo; aree nelle quali l’intreccio tra le relazioni lavorative ed economiche e le relazioni sociali e culturali rappresenta un’importante fonte di innovazione e di crescita del sistema stesso. Da questo punto di vista, il SLL cerca di cogliere la dimensione relazionale delle attività economiche e può quindi essere considerato una buona chiave di lettura per l’analisi delle economie locali e delle sue caratteristiche produttive.
In questo lavoro proponiamo di utilizzare l’analisi cluster quale metodologia statistica per individuare una tipologia di SLL che tenga conto congiuntamente della dimensione del SLL oltre che della specializzazione manifatturiera e meccanica e della presenza di imprese di piccola e media dimensione. L’obiettivo è definire una classificazione dei territori che metta in luce le differenze nell’intensità di specializzazione meccanica. Il nostro contributo originale consiste nell’utilizzo di questa tecnica per evidenziare il fenomeno di contiguità spaziale tra SLL con differenti gradi di specializzazione e dimensione di impresa, un fenomeno noto nelle ricerche empiriche su singoli distretti e sistemi produttivi locali, ma che finora non aveva trovato riscontro in un’analisi sistematica che consentisse di avere un quadro d’insieme sull’intero paese.

Sulla base dei dati censuari dell’occupazione, in questo capitolo abbiamo tracciato una descrizione della configurazione spaziale dell’occupazione meccanica in Italia nel 1991 e nel 2001. Nell’analisi spaziale abbiamo scelto come unità territoriale i sistemi locali del lavoro (SLL), individuati dall’ISTAT a partire dai dati del censimento della popolazione.
L’analisi è stata condotta sulle due configurazioni spaziali più recenti elaborate dall’ISTAT sui dati censuari del 1991 e del 2001.
Attraverso un’analisi cluster gerarchica agglomerativa in questo capitolo sono stati identificati cluster omogenei di SLL rispetto all’intensità di specializzazione manifatturiera, alla specializzazione meccanica, alla dimensione di impresa e alla dimensione del SLL. Mentre nella metodologia ISTAT le variabili vengono considerate in sequenza, escludendo a ogni step dell’analisi i SLL che non soddisfano i criteri-soglia riferiti al valore medio nazionale di ciascuna variabile, nell’analisi cluster le variabili vengono considerate simultaneamente e il criterio di inclusione/esclusione è valutato in termini relativi.
Con riferimento alla configurazione spaziale dei sistemi locali del lavoro relativi ai dati censuari del 1991 e del 2001, i risultati evidenziano la geografia della specializzazione meccanica in Italia.

Risultati
I risultati della metodologia cluster appaiono coerenti con la letteratura empirica sui distretti industriali e sui sistemi produttivi locali a specializzazione meccanica.

2001
I dati del 2001 mostrano che in tutto il Nord Italia e in alcune aree del Centro sono presenti aree con diversa intensità di specializzazioni meccanica: una estesa trama che non si riesce a cogliere né con la procedura di Sforzi (ISTAT, 1997), né con quella proposta da Iuzzolino (2005).
Appaiono evidenti anche alcuni sistemi locali del lavoro del Mezzogiorno che presentano una significativa specializzazione meccanica.

1991 e 2001
Il confronto dell’analisi spaziale nel 1991 e 2001 evidenzia le trasformazioni del vasto nucleo di SLL di piccola e media impresa a specializzazione meccanica (cluster 3 e 6): si tratta di territori che tra il 1991 e il 2001 aumentano il peso complessivo dal 28 a quasi il 30% della occupazione totale , con un forte carattere manifatturiero (attorno al 39-40% dell’occupazione totale) e una quota di occupazione meccanica che aumenta dal 41 al 46%.

L’utilizzo dell’analisi cluster evidenzia quindi un’area ben più vasta di quella identificata mediante l’algoritmo di specializzazione usato dall’ISTAT, che nel 1991 evidenziava appena il 15%dell’occupazione meccanica nei SLL di piccola e media impresa.

Temi di ricerca
L’analisi cluster ci consente di identificare le trasformazioni che avvengono non solo all’interno dei territori più specializzati, ma anche in quei territori limitrofi che nel corso di due decenni hanno maggiormente accentuato il loro carattere di specializzazione meccanica.
La classificazione dei SLL nei diversi cluster è una chiave di lettura della composizione settoriale dell’occupazione nelle macroregioni e nelle principali regioni del Nord, con riferimento al periodo 1951-2001 (
CAP. 2 ), delle componenti locale e strutturale nell’analisi shift-share del periodo 1981-2001 ( CAP. 3 ) e delle specializzazioni meccaniche ( CAP. 5 ).