Le ragioni di una ricerca
di Margherita Russo| testo |
Abstract
Alla fine degli anni Novanta, londata delle trasformazioni della new economy fece intravedere lavvento di uneconomia sempre più immateriale, in cui le industrie tradizionali sarebbero state spazzate via dalle nuove tecnologie dellinformazione. Tra quelle industrie tradizionali veniva annoverata anche lindustria meccanica.
La dinamica delleconomia italiana degli ultimi anni e le sfide che deve affrontare nello scenario globale fanno oggi propendere i policy makers verso una lettura di segno opposto, nella quale si assegna alla produzione meccanica il ruolo di sostegno e motore della crescita economica del paese.
In che misura queste indicazioni trovano sostegno nellanalisi?
A dire il vero sono pochi i tentativi di analizzare quali siano le caratteristiche dellindustria meccanica in Italia.
Non disponiamo di statistiche che ci dicano quali produzioni o quali territori verrebbero favoriti da una maggiore innovatività o da una maggiore competitività di costo delle imprese meccaniche.
Vi sono pochi dati che consentono unanalisi sistematica e i pochi dati disponibili, ad esempio quelli censuari sulloccupazione o quelli sul commercio estero, non offrono una lettura agile della dinamica delle diverse specializzazioni meccaniche né degli intrecci intersettoriali di competenze, merci e servizi che passano attraverso la produzione meccanica.
Nellarco di cinquantanni, alla notevole crescita delloccupazione meccanica che contraddistingue il periodo 1951-81 e che accompagna lo sviluppo delleconomia italiana segue una fase di contrazione nel periodo 1981-2001, con una riduzione di circa 214.000 addetti nel decennio 1981-91 e di altri 35.000 nel decennio successivo: una riduzione complessiva del 9,75% che non si distribuisce in modo uniforme nel paese e nei vari comparti, e in alcuni casi la variazione ha segno diverso da un periodo allaltro.
Due decenni di trasformazioni che hanno profondamente ridimensionato il ruolo dei sistemi produttivi di grande impresa e in cui hanno assunto un peso crescente i sistemi di produzione di piccola impresa In questo volume concentriamo lattenzione sullindustria meccanica, che considereremo in senso lato, cioè sia la meccanica leggera e strumentale, inclusa nel made in Italy, che la meccanica pesante (siderurgia, mezzi di trasporto). Si tratta di un aggregato vasto e assai composito, che è stato attraversato da profonde trasformazioni tecnologiche e organizzative che hanno ridisegnato le relazioni interne ed esterne tra le imprese.
Lanalisi dei mutamenti nella configurazione spaziale dellindustria meccanica prende le mosse da alcune domande scaturite nel corso della ricerca empirica METALnet2000 sul sistema di produzione della meccanica in provincia di Modena, che è caratterizzato da un fitta rete di relazioni tra piccole e medie imprese (PMI) fortemente specializzate in poche fasi del processo produttivo, con unampia varietà di settori utilizzatori di macchinari e impianti prodotti allinterno del sistema produttivo.
Dalla ricerca METALnet erano emerse significative trasformazioni nella localizzazione delloccupazione meccanica: accanto alla contrazione o minore crescita nei comuni della provincia, dove storicamente si era sviluppata la produzione meccanica (principalmente il comune capoluogo), si registrava lespansione nei comuni limitrofi, nei quali la maggiore disponibilità di aree di espansione e la maggiore vicinanza con i settori di utilizzo avevano favorito sin dagli anni Ottanta la localizzazione di nuove imprese meccaniche o la crescita delloccupazione di imprese già attive.
Un altro fenomeno rilevato nella ricerca METALnet riguardava lintensificarsi dei processi, da un lato, di disintegrazione verticale nella produzione meccanica e, dallaltro, di integrazione tra filiere (dalla produzione biomedicale alla produzione di piastrelle) convergenti dal punto di vista dellimpiego di competenze, lavorazioni e componenti meccanici.
In generale, gli interrogativi emersi nel corso della ricerca METALnet richiedevano una valutazione della specificità del fenomeno osservato a livello locale: in quali altri territori e con quale effetto si era verificata unespansione delle attività meccaniche come quella osservata nella ricerca su Modena?
La prima questione da affrontare per rispondere a questa domanda riguarda il criterio da adottare per identificare territori con caratteristiche simili, e il gruppo di ricerca ha deciso di utilizzare i dati censuari sulloccupazione per condurre unanalisi sistematica dei dati nazionali a diverso livello di disaggregazione territoriale.
Nellanalisi spaziale dei dati censuari abbiamo utilizzato la trama territoriale delle connessioni sistemiche che lISTAT identifica con i sistemi locali del lavoro (SLL). Il SLL cerca di cogliere la dimensione relazionale delle attività sociali ed economiche nellambito spaziale della mobilità giornaliera casa-lavoro. È quindi considerato una chiave di lettura per lanalisi delle economie locali e delle sue caratteristiche produttive.
La ricerca si è quindi indirizzata verso una più ampia comparazione tra il sistema produttivo della meccanica a Modena e altri sistemi di produzione di piccola e media impresa a specializzazione meccanica in Italia.
Lobiettivo di tale comparazione è innanzitutto quello di verificare in che misura i risultati dellindagine empirica sulla dinamica spaziale delloccupazione meccanica siano lespressione di un più generale fenomeno di riorganizzazione spaziale e settoriale dellattività manifatturiera in Italia, che riguarda in modo differenziato le diverse aree del paese.
Un secondo obiettivo è individuare aree comparabili rispetto allintensità di specializzazione meccanica e manifatturiera, e alla presenza di imprese di piccola e media dimensione.
Larco temporale a cui abbiamo riferito lanalisi è quello dei dati censuari delloccupazione degli ultimi cinquantanni, con un approfondimento sulla dinamica delle trasformazioni del periodo 1981-2001.
Con questo lungo sguardo al passato, le considerazioni proposte in questa ricerca ci consentiranno di leggere meglio gli effetti spaziali nelle varie aree di specializzazione meccanica in Italia dei mutamenti che le nuove relazioni internazionali avranno in futuro, mutamenti che sono già oggi segnati dal crescente ricorso, anche nellindustria meccanica italiana, a catene lunghe di fornitura nellapprovvigionamento di componenti dai paesi dellEst, Medio Oriente e Cina, e che potranno mutare la geografia delle specializzazioni dellindustria meccanica in Italia, ridisegnando le relazioni tra territori.
Nellanalisi dei dati censuari relativi ai SLL abbiamo utilizzato le due configurazioni spaziali più recenti elaborate dallISTAT, sui dati censuari del 1991 e del 2001.
Vengono affrontate innanzitutto due questioni strettamente connesse: la definizione di specializzazione in termini relativi (e non riferita a un valore soglia, come fa lISTAT) e lidentificazione di criteri per la comparazione dei territori.
Nel CAP. 1 proponiamo unanalisi cluster che consente di individuare, a partire dai SLL identificati dallISTAT, dei raggruppamenti di sistemi locali con caratteristiche simili rispetto alla dimensione complessiva del sistema (in termini di addetti totali, addetti manifatturieri, addetti meccanici), alla specializzazione meccanica (in termini di quota di addetti meccanici sul totale degli addetti manifatturieri), alla dimensione di impresa.
Condotta sulla configurazione spaziale dei SLL del 1991 e del 2001, lanalisi cluster evidenzia lampliamento delle aree a specializzazione meccanica: aumenta la specializzazione meccanica non solo allinterno dei territori più specializzati, ma anche nei territori limitrofi.
Con riferimenti ai diversi tipi di SLL individuati nellanalisi cluster dei dati censuari sulloccupazione si possono esaminare i mutamenti nellagglomerazione spaziale nei diversi comparti dellindustria meccanica, nei principali comparti manifatturieri e nel settore dei servizi alle imprese. In particolare, nel CAP. 2 viene descritto landamento delloccupazione meccanica dal 1951 al 2001 con riferimento ai cluster di SLL, mentre nei successivi tre capitoli lanalisi si concentra sul periodo 1981-2001.
Nel CAP. 3 indaghiamo i mutamenti nella configurazione spaziale delle specializzazioni meccaniche tra il 1981 e il 2001 utilizzando lindice di agglomerazione spaziale proposto da Ellison e Glaeser (1997). Mostreremo che quando lindice venga calcolato sui dati provinciali si ottengono risultati significativi e coerenti con quanto emerge dagli studi di caso: per molti comparti vi sono rilevanti vantaggi di agglomerazione spaziale, anche se si riducono nel corso dei venti anni presi in esame. La riduzione dei vantaggi localizzativi deve essere letta a nostro avviso insieme alla riorganizzazione del processo produttivo, contrassegnata da unampia esternalizzazione di fasi prima realizzate allinterno dellimpresa finale.
Le differenze territoriali nella composizione settoriale dellindustria meccanica spiegano le differenze in termini di crescita delloccupazione e nel CAP. 4 volgiamo lattenzione a una descrizione spaziale della variazione delloccupazione nel periodo 1981-2001 nei principali comparti di specializzazione meccanica, in particolare quelli specializzati nella produzione di macchinari.
Per sintetizzare lanalisi spaziale delle differenze nella composizione settoriale, il CAP. 5 propone unapplicazione della tecnica shift-share, che consente di evidenziare per ogni territorio il contributo alla variazione delloccupazione che deriva dalla particolare composizione settoriale dellattività produttiva rispetto al contributo attribuibile ad altri fattori locali di sviluppo. Dopo aver presentato la tecnica shift-share, illustreremo i risultati relativi ai dati provinciali, ai SLL di PMI a specializzazione meccanica identificati dallISTAT e ai cluster di SLL individuati nel CAP. 1. Esamineremo la dinamica di ciascun cluster per valutare se differenze nellintensità di specializzazione, nella dimensione di impresa e nella dimensione del SLL sono associate a differenti pattern nelle variazioni delle componenti dellanalisi shift-share. Linterpretazione della dinamica spaziale e settoriale costituisce loccasione per una lettura critica dellanalisi shift-share. Pur con i limiti che verranno discussi nel CAP. 5, lanalisi shift-share ci ha consentito di mettere in luce alcune trasformazioni della struttura spaziale dellindustria meccanica italiana con riferimento sia ai sistemi di piccola e media impresa delle aree del Nord, sia ai SLL del Mezzogiorno, la cui dinamica positiva non si riesce a cogliere esaminando solo i dati relativi ai SLL a specializzazione meccanica identificati dallISTAT.
Dopo la lettura dei dati spaziali basata sui dati censuari delloccupazione, nel CAP. 6 proponiamo una lettura delle differenze territoriali dellorientamento geografico delle esportazioni dei principali comparti dellindustria meccanica nel periodo 1991-2004. In questo capitolo lanalisi territoriale viene riferita alle province, per le quali sono disponibili dati del commercio estero disaggregati a tre cifre. Sebbene nei modelli economici i dati territoriali delle esportazioni siano spesso approssimati dai dati delloccupazione per i quali è più facile ottenere statistiche affidabili, in questo lavoro si evidenzia come non vi sia una relazione lineare tra queste due variabili.
Il volume si chiude con un approfondimento su quattro sistemi di produzione meccanica di piccola e media impresa: nellarea centrale dellEmilia-Romagna, con riferimento alle province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, e in Lombardia, di cui viene esaminato lo sviluppo della produzione meccanica nella provincia di Brescia. In una prospettiva storica, il CAP. 7 presenta la comparazione dei sentieri di sviluppo di sistemi di piccola e media impresa meccanica che hanno contraddistinto nella seconda metà del Novecento il modello di sviluppo delleconomia italiana.
Le domande della ricerca richiedevano una comparazione tra territori e, pur con tutti i limiti discussi in questo volume, il vasto database dei dati censuari sulloccupazione e dei dati provinciali delle esportazioni consente una lettura delle differenze territoriali della specializzazione settoriale dellindustria meccanica in Italia, da cui possiamo inferire le potenzialità di reddito o di competenze che sono generate in quel territorio.
I fenomeni di frammentazione internazionale delle catene del valore stanno cambiando in modo sostanziale la geografia delle relazioni produttive e richiedono nuovi dati e strumenti di analisi per descrivere i cambiamenti nella configurazione spaziale della struttura produttiva. I territori caratterizzati da sistemi di piccole e medie imprese che operano nella meccanica mostrano ancora un forte radicamento nelle economie locali, nelle quali hanno generato le competenze specifiche che hanno consentito alle imprese di sviluppare le proprie strategie di affari; ma queste imprese sono sempre più intrecciate con altre economie locali, da cui attingono non solo componenti o materiali, ma anche competenze tecniche e opportunità di crescita che mutano pure quelle economie locali nelle quali sono radicate: reti di competenze e catene del valore potranno essere meglio descritte da indagini etnografiche che evidenzino le reti di relazioni economiche e sociali tra le imprese e tra i territori.
Si apre quindi una nuova stagione di ricerche, nella quale utilizzare gli strumenti di analisi dinamica delle reti di relazioni sociali e dei sistemi complessi, che richiedono altri dati per leggere le economie locali e le loro trasformazioni nelleconomia globale.